Tornato un pò tardi dal Wenden, dormo qualche ora per poi ripartire in direzione Mont Blanc con Lore Tito e Tappa. Saliamo tranquilli in circa 3 ore al bivacco Gervasutti e ci mettiamo a nostro agio con gli accademici del Cai in quello che sembra un appartamentino bilocale con vista. Rick ci raggiunge più tardi correndo su in 1:50, la pompa da quota del corso aspiranti si fa ancora sentire..
Dopo una nottata passata a rigirarmi sul duro materasso con quello sotto di me che russava come un polacco grasso e ubriaco partiamo per ultimi e rimontiamo il ghiacciaio di Frebouze fino all'attacco della via. Aspettiamo che partano tutti dato che siamo l'unica cordata a tre, Lore si prenderà i tiri più duri ma evidenti e ben chiodati o altrimenti ben proteggibili. Qualche tiro intorno al IV-V, a tratti un pò tortuoso, ci porta all'inizio del bellissimo diedro con roccia esteticamente perfetta. La scalata è leggermente faticosa per via della quota e delle dulferate, e l'esposizione comincia a farsi sentire. I due tiri chiave, VII e VIII- sono semplicemente fantastici. Il primo si protegge molto bene e si trova qualche chiodo, il secondo è strachiodato e volendo si passa praticamente in A0. Era leggermente bagnato verso la fine, ma il fatto non intralcia più di tanto la scalata.
Le soste sono da controllare e Rick ormai in mentalità da guida le ritocca tutte alla perfezione, addirittura controventandole. Anche se effettivamente ciò permette di rilassarsi un pò di più quando appesi a tre chiodi nel vuoto, la macchinosità del processo ci fa perdere parecchio tempo, e all'uscita del diedro gli accademici ci hanno parecchio distanziati, anche per via di un pò di esitazione da parte di Lore sul dove passare in uscita dal tettuccio che separa il diedro dalla sezione centrale. Un chiodo seminascosto sotto il tetto indica poi la retta via, e un' uscita ravanosa ci porta fuori da questa prima parte della via. Rick prende il comando e navighiamo a vista sulla sezione centrale, un po' da ricercare e con alcuni tratti di roccia che richiedono un po' di attenzione. Troviamo il facile nel facile e raggiungiamo un ultimo, tortuoso tiro che ci porta alla base del diedro Manera, abbastanza alla sinistra della parete e della via Bonatti. In un paio di tiri saremmo in vetta ma a questo giro siamo stati lenti e ci conviene calarci dallo spit alla base del diedro, anche perché Tito e Tappa si stanno già calando e dobbiamo tutti tornare verso Milano in serata.
La via è consigliabile e la relazione non è che serva, basta attaccare sotto l'evidente diedro, puntarlo e seguirlo, poi cercando il facile con percorso poco obbligato si punta il diedro Manera alla sinistra della parete, marcato alla base da uno spit. Doppie sulle vie moderne nelle vicinanze.
Friend fino al #4 BD, tra l'altro non essenziale. Se volete risparmiarvi un pò di peso superfluo..
La via è data TD+, 500m, VIII- e VI- obb. Arrampicata in quota tra i 3100 e i 3600m. Soste a chiodi da controllare e rinforzare.
|
Avvicinamento al bivacco Gervasutti. Alla sx le Petites Jorasses. |
|
Lore in tenuta. |
|
La barra rocciosa con la corda fissa che porta al bivacco. |
|
Appartamentino con vista.. |
|
Partenza iperspazio a breve.. |
|
Attacco della via. |
|
Primi tiri. |
|
Shot: L. Ava. |
|
Nel diedro magnifico. |
|
Il tiro di VII. |
|
Rick al traversino per arrivare alla base del tiro chiave. Shot: L. Ava |
|
Shot: L. Ava |
|
Tiro chiave, VIII-. Roccia epica... |
|
Shot: R. Di Ninni |
|
Raggiungo gli altri alla fine del tiro chiave. Shot: L. Ava |
|
L'uscita dal tettino! Shot: L. Ava |
|
Shot: L. Ava |
|
Sulla sezione centrale. |
|
La nord delle Jorasses fa capolino. |
|
Il diedro Manera. |
|
A casa.. |
Comments
Post a Comment