Crozzon di Brenta: Via delle Guide

Ritrovato con Andre alle 4:30 a Milano, partiamo veloci per Madonna di Campiglio e verso le 10 attacchiamo questa storica via aperta da Detassis e Giordani nel 1935. Un piccolo aneddoto: Cesare Maestri se la scalò slegato e una volta in cima buttò giù la corda e se la riscalò in discesa... Subito mi accorgo di aver perso in qualche modo il piumino, e perdo del tempo a cercarlo, inutilmente. Spero ci siano delle belle coperte su al bivacco! Il primo tiro offre un bel strapiombino atletico, seguo Andre e riparto. Sono un pò lento, mi devo scaldare e comunque sono alle mie prime armi in Dolomiti. Andre mi urla di sbrigarmi e da allora viaggiamo spediti su per la logica linea. Qualche missilino errante ci vola vicino ogni tanto, abbiamo un paio di cordate sopra di noi, al Brentei ci dicono che hanno attaccato alle 5:30...
Ad un certo punto un sasso decide di puntarmi in faccia, e con un dito riesco appena in tempo a deviarlo, con conseguente sacca di sangue proprio sulla punta, perfetto per strizzare prese! L'arrampicata continua fluida, e pian piano ci avviciniamo alla cordata sopra di noi. Il tratto centrale caratterizzato da placche nere verticali e piccole fessurine verticali impegna il mio intuito, e dopo vari zig-zag mi porto verso sinistra sotto un diedro dove trovo una sosta con tre chiodi traballanti che rinforzo con il mio unico e mitico micronut portafortuna. Andre procede e con un altro tiro un po' tortuoso arriviamo agli ultimi tiri, meno impegnativi. Un 4+ non banale ci porta in direzione di un altro diedro dove Andre si innalza vari metri sopra un vecchio chiodo, e proprio mentre sta piazzando un friend vedo un sasso volargli silenziosamente sulla spalla. Un urlo acuto e lo vedo quasi perdere l'equilibrio, in un istante lo vedo volare sul chiodo, strapparlo e finire sulla mia sosta. Meno male che l'Andre si tiene e dopo qualche lamentela riparte bestemmiando contro quelli sopra di noi. Lo seguo. Praticamente nello stesso punto noto di colpo un ombra che mi assale, guardo su e una scarica enorme di sassi con in mezzo un masso grosso come un computer mi sta puntando. D'istinto mi spalmo contro la parete, mi pare di entrarci, e chiudo gli occhi. Riaperti, esplodo in un rabbioso sprint arrampicatorio e corro fuori da quel pericoloso diedro-imbuto. Ora siamo di nuovo su parete aperta e la via piega facilmente a destra, e abbiamo finalmente raggiunto gli scalatori-scaricatori. Li supero su un impegnativo tiro di 4+ un po' bagnato e con roccia nera mediocre, e arriviamo alla cengia superiore. Di li siamo in breve al pendio di I-II dove ci sleghiamo e corriamo in vetta. Andre mi precede, e quando sbuco dopo ore sulla ombrosa parete nord-est nella calda luce arancione serale l'appagamento è grande. Sono le 18:50 e ci sistemiamo nel piccolo bivacco di vetta. Più tardi ci raggiunge l'altra cordata, che conosceremo come Vick e Guido. Una nottata tormentata dal russare pesante di Guido si trasforma nel mattino, e la discesa ci aspetta. Slegati procediamo su strette ed esposte cenge, brevi tratti di arrampicata di II in salita e in discesa e traversando canali detritici. Sulla cima Sud attrezziamo una sosta con due chiodi e cordino giallo, una doppietta in quel tratto facilita le cose. A gattoni superiamo il divertente passo del Gatto e per avventurose cengette arriviamo finalmente alla enorme cima Tosa, dove un lungo ed estetico sentiero ci riporta al rifugio Brentei (dove ritroverò il mio piumino, e le ragazze del rifugio contente di vederci essendo preoccupate per la nostra partenza alquanto comoda) e in breve giù alla macchina.

Lista delle sfighe:

- batteria orologio scarica
- piumino temporaneamente perso
- camelback che perde acqua
- perso preziosissimo rinvio ange
- macchina fotografica kaputt
- sassi addosso

Ma alla fine siamo non meno che esaltati da questa incredibile via:

Via delle Guide, Crozzon di Brenta (3135m), V+, TD, 850m
Friend #0.3-3 BD e qualche TCU
Soste attrezzate a chiodi e chiodi lungo i tiri (non tutti buoni)
Roccia ottima eccetto qualche breve tratto

Pics by A. Ferrari

La meta. 







Rif. Brentei e Crozzon di Brenta.




Gli sfasciumi verso l'attacco.




Nei pressi dell'attacco.




L2.




L2.




L3.




Ok ho già perso il conto dei tiri..








































Uno dei V+.




Le placche verticali con fessurine dove non è facile trovare la sosta.











Verticalità dolomitica.
























Raggiunti Vick e Guido sull'ultimo tiro di IV+. 



















Ultimo facile tiro, poi si mette via la corda.

































Summit Summit!



















Fresca mattina.






Prima doppia dietro il bivacco.




Cominciano le cengette esposte.





















































Il passo del gatto.







































Faccio foto ai turisti..












Discesa dalla normale alla Tosa.







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